Il crollo dell’inquinamento ai tempi del Coronavirus

31 March 2020

Drastica riduzione dello smog sulla Pianura Padana – immagini dal satellite

Strade deserte, traffico inesistente e produzione ferma in tutta Italia: questa è la conseguenza del blocco (quasi) totale delle attività disposta con l’ultimo DPCM e con le varie ordinanze Regionali quale misure di contenimento dell’epidemia da Covid -19.

Ma vi è un’altra importante conseguenza del dettato normativo “#io resto a casa” documentata dalle immagini del satellite del Programma Copernicus “Sentinel-1 5P Tropomi” che ha ripreso la concentrazione delle sostanze inquinanti dal’ 1 gennaio all'11 marzo sull'Italia: il drastico calo del livello di inquinamento soprattutto delle emissioni di NO2diossido d'azoto - sull'Italia settentrionale.

Questo è un dato di fatto.

Inquinamento atmosferico: esiste davvero una relazione con le misure anti-coronavirus?

Sulla relazione del rapporto tra Coronavirus e qualità dell'aria l’Arpa (Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente) Lombardia è molto cauta giudicando“non opportuno fare, al momento, una valutazione specifica di merito, essendo la situazione in evoluzione e in quanto non dispone di tutti gli elementi necessari allo scopo”.

Sottolinea l’Arpa che “la qualità dell'aria è determinata da un insieme di fattori e solo una valutazione completa e organica degli stessi consente di portare a conclusioni tecnicamente sostenibili”.

Pertanto allo stato L’Agenzia “smentisce categoricamente qualunque affermazione attribuita alla stessa sulla diretta correlazione tra le azioni di contenimento della diffusione del Covid 19 e il miglioramento della qualità dell'aria

Di analogo avviso l’Arpa (Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente) Veneto che precisa che “il traffico impatta principalmente sulle emissioni di ossidi di azoto. Per quanto riguarda invece il particolato atmosferico, una percentuale significativa del PM10 viene emessa principalmente dal settore del riscaldamento civile.

Ad essa si aggiunge una parte di particolato di origine secondaria, legato alla formazione di polveri sottili in atmosfera da inquinanti primari, come gli ossidi di azoto e l’ammoniaca. È ragionevole pensare che la formazione di particolato secondario si possa essere ridotta nelle ultime settimane, a causa della diminuzione di emissioni di ossidi d’azoto da traffico mentre è rimasta sostanzialmente inalterata la componente emissiva primaria da riscaldamento civile.

Per questo motivo ad oggi non è possibile effettuare una correlazione tra la generale diminuzione di polveri occorsa negli ultimi 20 giorni e le misure di restrizione della circolazione della popolazione dovute al Coronavirus”.

 

Eppure osservando i dati degli ultimi giorni non si può non notare che la netta riduzione dello smog in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, ma anche a Roma e nelle altre aree tradizionalmente più inquinate si è ulteriormente accelerata.

Per le principali città della Pianura Padana, abituate d’inverno a diventare delle vere e proprie camere a gas, si tratta del periodo più lungo senza smog dall’inizio dell’anno.


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